UN PO' DI STORIA
Il nostro Istituto nasce nel 1975 come X Liceo Scientifico diventando qualche anno più tardi Liceo Scientifico "Marie Curie" in memoria di questa grande donna che tanto contribui allo sviluppo scientifico internazionale.
L'Istituto Superiore "Marie Curie" nasce invece nell'a.s. 2003/2004 dall'accorpamento di due scuole: il Liceo scientifico "Marie Curie" ed il Liceo Socio-psico-pedagogico di Grugliasco, sezione staccata dell'Istituto Magistrale "D.Berti" di Torino.
Pur avendo salde radici nella tradizione esso rappresenta una realtà scolastica nuova in quanto offre agli studenti del territorio l'opportunità di un liceo polivalente con i corsi tradizionali e sperimentali di liceo scientifico, con i licei sociopsicopedagogico e linguistico dando la possibilità di scegliere tra due sedi: Grugliasco, in corso Allamano n.120, e Collegno, nella villa n.4 del parco della Certosa.
DAL 1 SETTEMBRE 2016 IL LICEO E' DIVENTATO L'ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE CURIE LEVI ED E' DIVENTATA SEDE PRINCIPALE ED E' STATO ACCORPATO CON LA SEDE DELL'ISTITUTO LEVI
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Ma chi era Marie Curie?
Nata a Varsavia, in Polonia, iniziò gli studi con il padre proseguendoli poi sempre a Varsavia ed infine all'Università della Sorbona di Parigi, laureandosi in chimica e fisica. Marie fu la prima donna ad insegnare nell'università parigina.
Alla Sorbona incontrò un altro docente, Pierre Curie, che poi sposò; insieme i due studiarono i materiali radioattivi, specialmente la pechblenda, minerale dell'uranio che ha la proprietà di essere più radioattivo dell'uranio stesso da cui è estratto. Era il 26 dicembre del 1898 quando i coniugi Curie annunciarono la scoperta di questa nuova sostanza.
Dopo molti anni di lavoro incessante riuscirono a raffinare parecchie tonnellate di pechblenda e, concentrando progressivamente i componenti radioattivi, riuscirono finalmente ad isolare due nuovi elementi chimici (20 aprile 1902): il primo venne chiamato polonio, dal nome del paese natale di Marie, e l'altro radio per la sua intensa radioattività.
Con una mossa insolita, la Curie intenzionalmente non depositò il brevetto intenzionale per il processo di isolamento del radio preferendo lasciarlo libero affinché la comunità scientifica potesse effettuare ricerche in questo campo senza ostacoli, in maniera tale da favorire il progresso in questo settore scientifico. Per queste importantissime ricerche, nel 1903 ai coniugi Curie e al Becquerel venne assegnato il premio Nobel per la fisica.
Tre anni dopo Pierre Curie moriva travolto da un carro. Marie resse al dolore per amore delle sue bambine, Irene ed Eva: infatti, sostituì il marito nell'insegnamento, proseguendo le sue ricerche. Contemporaneamente, curava l'educazione delle figlie ed ebbe la soddisfazione di riscontrare in Irene la sua stessa passione per la fisica.
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Anche le nuove ricerche proseguite da sola, dopo la morte del marito, vennero coronate dal successo e nel 1910 riuscì ad isolare " il radio metallico". Per questi nuovi meriti, l'anno dopo, le venne conferito il secondo Premio Nobel, questa volta per la chimica. Durante la prima guerra mondiale, Curie sostenne l'uso delle unità mobili di radiografia come mezzo di diagnosi per i soldati feriti. Nel 1921 effettuò un viaggio negli Stati Uniti per raccogliere i fondi monetari necessari a continuare le ricerche sul radio; ovunque fu accolta in modo trionfale.
Al termine del conflitto, all'Istituto del Radio di Parigi, affluirono numerosi scienziati da tutto il mondo, per dedicarsi alle ricerche, sotto la guida di Madame Curie. La coraggiosa scienziata restò sempre una donna semplice, modestissima, aliena dagli onori. Rifiutò infatti per due volte la Legion d'onore, accettando soltanto di far parte della Commissione Internazionale della Società delle Nazioni, di cui fu eletta vice presidente.
Gli ultimi suoi anni di vita furono turbati dall'uso improprio e privo di precauzioni del materiale radioattivo attorno al quale aveva molto lavorato. Morì vicino a Sallanches, in Francia, nel 1934; la causa fu quasi certamente la leucemia, molto probabilmente dovuta all'esposizione massiccia alle radiazioni durante i suoi lunghi anni di lavoro.
La sua figlia più grande, Irène Joliot-Curie, vinse anch'essa un premio Nobel per la chimica nel 1935, l'anno successivo la morte della madre.
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